Il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci torna sul tema dei migranti e sull’ordinanza con la quale ha disposto la chiusura degli hot-spot e dei centri di accoglienza.
Si infiamma la questione migranti, con il Presidente della Sicilia Nello Musumeci che ha firmato un’ordinanza per la chiusura dei centri di accoglienza dell’isola e il divieto di sosta e transito per i migranti. Una decisione dura, una mossa audace che arriva dopo due mesi di emergenza (tuttora irrisolta).
Sicilia, scontro tra Musumeci e il Viminale sui migranti
In Sicilia la situazione è delicatissima. Gli hotspot hanno di gran lunga superato il numero di ospiti previsto e gli sbarchi sono sostanzialmente all’ordine del giorno. Il problema principale, secondo Musumeci, in un periodo di emergenza sanitaria, confermata tra l’altro dal governo, gli arrivi incontrollati, la saturazione delle strutture di accoglienza e le ripetute fughe da parte dei migranti mettono a rischio la salute dei siciliani.
Il Viminale intuisce le condizioni di estrema difficoltà di Musumeci, è al lavoro per provare a risolvere la situazione ma comunque dovrebbe impugnare e quindi bloccare l’ordinanza di Musumeci.
Già nella giornata del 23 agosto fonti del Ministero dell’Interno, consultate da la Repubblica, avevano fatto sapere che l’ordinanza di Musumeci di fatto non aveva alcun valore in quanto si tratta di una questione di competenza nazionale. Una visione evidentemente non condivisa da Musumeci che ai microfoni del Corriere della Sera ribadisce la sua linea.
Migrnati, Musumeci risponde al Ministero dell’Interno: “Il presidente della Regione ha competenza in maniera sanitaria, mi sto occupando di questo”
Nel corso della sua intervista ai microfoni de il Corriere della Sera, Musumeci evidenziaun concetto chiave: lui non si starebbe occupando dei migranti, quello sì un tema di competenza nazionale, ma della sanità, della salute dei siciliani, di competenza della Regione, in effetti.
“Il dubbio viene a chi è in malafede o è ignorante. Lo Stato ha competenza sui migranti. Il presidente della Regione ce l’ha in materia sanitaria. E in tempo di epidemia è chiaro che mi sto occupando di questo“.
Anche la chiusura degli hotspot si può facilmente leggere in questa ottica e inserire in questo progetto di tutela della salute dei cittadini.
“Se c’è un contenitore che, secondo le autorità sanitarie, non ha i requisiti per ospitare persone in tempo di coronavirus io ho il dovere di intervenire, altrimenti compio una omissione“.
E nel corso della sua intervista Musumeci non ha risparmiato critiche al governo.
“Questo mio provvedimento arriva solo adesso, perché abbiamo atteso per mesi che il governo nazionale si desse una strategia. Ma abbiamo capito che la risposta da Roma è fatta di silenzi e omissioni. E ho dovuto adottare l’ordinanza che tutela il diritto alla salute di chi si trova in Sicilia e degli stessi migranti”.
Lamorgese prepara il ricorso
Stando alle notizie che circolano, Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno, starebbe preparando il ricorso contro l’ordinanza del Presidente della Regione Sicilia. Ma la contromossa allo scacco di Musumeci non è semplice. Il coronavirus rappresenta un problema? Sì, al punto che il governo ha insistito per la proroga dello stato di emergenza. E l’ordinanza di Musumeci muove anche intorno a questo punto, che il governo non può ritrattare.
Il secondo problema conclamato è quello dei flussi migratori incontrollati. Emergenza testimoniata dalle diverse missioni nelle scorse settimane della Lamorgese e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Il Viminale potrebbe decidere di rivolgersi al Tar ma la partita diventa tutta burocratica. Per il Ministero (ma non solo) l’ordinanza interessa la gestione dei migranti, che compete al Viminale. Musumeci, come visto, assicura che la sua è una mossa per tutelare la salute dei siciliani, quindi si parla di materia sanitaria.
Il governo spera che la questione possa essere risolta attraverso una serie di colloqui e confronti privati, senza dover passare per vie legali. Musumeci dal suo canto è alla guida di una Regione in crisi, che si sente abbandonata dallo Stato e chiede risposte. Inoltre si sente in una botte di ferro anche in caso di ricorso al Tar del Ministero dell’Interno. Quindi la sensazione è che il Presidente di Regione non voglia fare alcun passo indietro.
Una soluzione va trovata comunque in tempi brevi, anche per evitare che l’onda, che Salvini ha già iniziato a cavalcare, diventi troppo alta e rischi di travolgere il governo.
Scarica QUI il Decreto Agosto.